La competitività, o meglio il fattore distintivo che porterà a una maggiore armonia del singolo, consisterà nella capacità di sapere impostare nuovamente il proprio tempo, la propria scatola del tempo quotidiano. Come?
Utilizzando l’immateriale, l’esperienza culturale ma anche l’elemento della natura quali “rallentatori” di un mio ritmo oggi pre-imposto. Avere una buona relazione con la natura significa sapere fermarsi, percepirsi riattivando tutti i 5 sensi – infatti, oggi in città noi non vediamo ma guardiamo; non ascoltiamo ma sentiamo; non odoriamo ma semplicemente respiriamo. Un’ipotesi per un cronoprogramma diverso, dove il territorio e la conoscenza intesa quale cultura e apprendimento, diventano variabili fondamentali per un quotidiano non più incentrato sul solo consumo materiale.
Fiducia, orientamento e memoria storica sono alcuni dei fattori chiave, necessari perché io possa dare una nuova veste a questa mia scatola del tempo. Fiducia prima di tutto in noi stessi; come sopra citato la società moderna ci ha portato a utilizzare a metà i nostri sensi; è dunque logico che il ri-percepirsi stia un po’ alla base della fiducia in quello che io sono.
Infatti, l’uomo è un progetto armonico, semplicemente se ne è dimenticato. Fiducia in sé vuole dire anche guardarsi e capire che se le falangi di ogni mano umana sono in proporzione 2-3-5-8- ovvero la sequenza di Fibonacci e che se ogni parte del mio corpo corrisponde a una proporzione armonica con la figura intera, qualche senso in tutto ciò ci sarà. Forse, dobbiamo prendere non tanto da fuori quanto da dentro gli elementi necessari per ritrovare un po’ di coraggio in noi stessi.
L’orientamento è un’altra grande necessità oggi, perché io possa ritrovare un ingrediente di felicità diverso dall’appagamento materiale. Orientamento sia geografico che di regole. Capire il proprio spazio personale e di relazione con il prossimo ma anche il confine reale geografico del luogo al quale mi sento di appartenere (Paese, Città, Nazione). Regole anche sociali: perché il grande successo di Papa Francesco? Perché ci dice delle cose di buon senso, valide per ognuno indipendentemente dalla religione di appartenenza; egli fornisce queste preziose informazioni utilizzando un linguaggio molto semplice. Il tutto molto lontano dal mondo della politica in cui non ci riconosciamo più e che forse una volta era stato proprio pensato per dispensare buoni consigli. Abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo sociale (personalmente non credo a chi si definisce cittadino del mondo), sia esso laico, religioso o di altra natura.
Infine l’importanza della memoria storica. Che cose è? E’ quell’essenza che definisce un luogo con tutta quella sostanza materiale e immateriale che lo circonda, lo identifica attraverso unicità visibili e invisibili. Sono elementi DEFINITI che come un polo ci attirano a sé perché intimamente in esso ci riconosciamo. Ecco perché è importantissimo per noi preservare questi luoghi siano essi di culto, laici o semplici monumenti – sono tutti stati costruiti per essere rivestiti di un’importanza intima che solo il non averli più ci potrebbe fare capire. Si guardi ai simboli quali le torri gemelle o i Buddha di Bamyan: ogni Paese, ogni Nazione ha i propri simboli di appartenenza che rispecchiano una storia passata ma che stanno lì per infondere fiducia anche verso il futuro. Simboli concreti, definiti ma anche fragili perché se abbattuti, risvegliano quel delicato senso di solitudine e debolezza che è anche parte della sostanza di ogni essere umano.
Cerchiamo dunque di introdurre altri elementi, intangibili ma ricchi all’interno della nostra nuova scatola del tempo, e forse la percezione di ognuno non sarà più di sentirsi più povero di prima ma differente perché capace di vedere tutto ciò che ci circonda con uno sguardo diverso.